mercoledì 21 maggio 2014

DRAGON FAMILY



L'amore nella famiglia dei draghi
si vive come se fossimo un 'onda

in equilibrio tra quel
sei libero d'andare
e un morbido
aspetto il tuo ritorno

il centro 
schiuma di mare
di quella che ti fà sentire viva

assenze 
che comunque si vivono come presenze


domenica 5 gennaio 2014

la mia danza per il mare



voglio un vestito di seta bianca
per vestirmi solo di leggerezza

voglio una spiaggia in attesa di un’onda
musica il loro incontro

attendo un nobile samurai che deponga la sua lama tagliente
quella che ha difeso
come quella che ha ucciso
fermarsi… come  per cercare la pace
alla fine di un’ estenuante battaglia

dicono non ci sia differenza tra vittima e carnefice
sono soli ed entrambi impauriti  

danzo la mia musica
nella speranza di avere i tuoi occhi lì a guardarmi

acqua di mare arriva 
scioglie il sangue che sporca i tuoi vestiti
come se potesse sciogliere anche il fango
che sporca la mia anima

schiuma di mare
come quella che nutre le sirene

tra cielo e terra
come tra acqua e fuoco
insomma noi

mani che danzano nell’aria
come se stessero cercando di accarezzarla

piedi che lasciano il segno sulla sabbia
e di essa si colorano

veli che scoprono e coprono ciò che il mondo non deve vedere

appoggiare insieme i nostri corpi su quella musica
come se non avessimo un peso
come se non avessimo un passato

taluni dicono sia follia
ma forse son quelli che non osano sentire quella musica

non sarà mai un per sempre
di quelli che mettono catene

sarà un giorno dopo giorno
di quelli che ti fanno volare

di quelli che ti danno un motivo per tornare

solo questo




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giovedì 5 dicembre 2013

PER...DONO






sulle rive di un fiume mi son abbandonata
la mia anima era graffiata 
dal tempo
dal dolore
da questa ennesima pugnalata


avrei voluto evitare ai miei figli tutti i mali del mondo
ma la guerra era impari


avrei voluto tenerli in una casa di cristallo
ma al primo temporale
la grandine li avrebbe colpiti


mi son seduta mentre le ferite sanguinavano
e il sangue scorreva nel fiume
come le emozioni che l'acqua si portava via


era lancinante
era la mia stessa carne che urlava quel dolore


e quando il dolore fù così  forte
tanto forte da far tremare 
ohhh si da far tremare cielo e terra insieme
mi resi conto 
che la casa di cristallo si era già infranta al mio primo urlo 


e voi miei figli
figli della mia stesa carne
cullati dal battito del mio cuore

eravate già in cammino
perchè più alti
perchè più forti
perchè più saggi
della vostra stessa madre



una Dea del bosco sussurò parole che curavano

sfiorare la tua pelle d’iris
e come sentire la tua storia

sono in cammino
e lasciare che sia
è l’unica strada che possiamo accettare di vivere talvolta


il perdono stasera mi è amico
figlia della mia stessa madre


ed è leggerezza come se fosse quiete
e l’acqua scorre
e lascio che sia





sabato 19 gennaio 2013

CAMPANE TIBETANE



un viaggio nella vibrazione
ed ero vibrazione
...

non controllare
lasciati andare
non può farti male


in poche parole

eri già nella mia vita
...

ohhh siii
un viaggio
dentro ogni singola cellula

e non ero più corpo
e non ero più peso

istanti di vita
passavano
come fotogrammi
senza giudizio
scorrevano nel mio fiume

ma quanta acqua vibrava in me?
goccia dopo goccia

no
non si può descrivere

quiete
e quiet-man
insieme

stasera siete al sicuro
nessuno può rubarci nulla


venerdì 23 marzo 2012

FUOCO



aria
alimentava il fuoco

vita e morte
insieme

una tarantella
per danzare nella terra del cerchio

rosso
fuoco e vita
che scuoteva anime e cuori insieme

chiudo gli occhi e sono
e siete ancora tutti lì

e mi com-muovo
al pensiero di quel respiro di vita

sabato 17 dicembre 2011

dai racconti della Monina.....incontri



Ho sempre pensato che la vita di ognuno di noi sia legata da fili magici. Destino...caso...fatalità...chi può dirlo?...io ho imparato a chiamarla VITA.

La mia giornata è iniziata piuttosto stancamente, appesantita ultimamente dai troppi doveri e dalle troppe decisioni importanti....manca la seta.
E stancamente mi sono diretta all'Ufficio postale per pratiche burocratiche.

Muri grigi dove spesso gli impiegati si dimenticano d'essere umani....e io, meno umana di loro oggi, mi metto in fila ad attendere. Guardo la vetrina, come se il mondo lì fuori fosse l'unica via di fuga da quel grigiume, e al suo esterno vedo un tipo che è obbligato a lasciare la sue due ruote nel parcheggio. Entra, e sbuffando dà un calcio al cestino. Io l'invidio perchè per educazione quel calcio io non posso darlo.
Mi siedo nell'attesa del mio turno e il tipo continua a guardarmi. Il mio gioco elettronico mi sembra l'unica ancora di salvezza per ingannare il tempo e il tipo mi guarda ancora più intensamente. Dopo una serie di tentennamenti s'avvicina, tanto da toccarmi con la candelina dondolante dal naso....spalanca gli occhi sul mio gioco come per dire "posso?".
Io gli rispondo "chiedi alla tua mamma se puoi giocare con me perchè non mi conosci?". Che illusa che sono, gli insegno a dubitare di un 'estranea quando sappiamo bene che la maggior parte delle barbarie più infami avvengono tra le mura domestiche. Comunque... lui torna vincitore con un bel "posso giocare con te". Non ha avuto bisogno di dirlo, gli si leggeva nel sorriso.

In un attimo il grigiume è stato colorato dai nostri sorrisi. Erano semplicemente ravioli a vapore quelli che stavamo cucinando virtualmente ma, tra zucchine da tagliare, carote da sbucciare, pasta da farcire, il tempo non ha avuto più tempo.
Ansimando per l'impegno, il tipo mi guarda sorridendo dicendo "ma te come ti chiami?, e io "Monica e tu?", lui "Davide Citterio"...e io ancora "piacere adesso non siamo più estranei".

Erano solo ravioli al vapore, ma alzando gli occhi mi son resa conto che il mio turno era passato credo da quattro persone, e gli altri ci guardavano sorridendo.
Un tipo m'invita ad andare allo sportello, e io rispondo in un batter d'occhio "vada pure questo per me è più interessante".

Aimè arriva la madre di Davide restituiendoci ai muri grigi. "Davide dobbiamo andare, ma ringrazia la signora che dovrebbe fare come lavoro l'intrattenitrice d'uffici postali", e io replico"noooo signora ci faccia finire solo di cucinare l'ultimo raviolo?". Il suo SI una vittoria per tutti noi.
Uscendo Davide saluta e riprende il suo tanto amato monopattino; e io con un fare distinto m'asciugo la candela al naso.
Erano solo ravioli al vapore...ma mi hanno restituito attimi di leggerezza nell'esser seta.

Non pensate che io sia grande....sorridete nel sapere che Davide mi ha fatto tornare bambina...perchè il grande oggi è stato lui.

domenica 27 marzo 2011

A VOI...



a voi
che avete visuto dentro di me
così vicini alla mia anima
tanto da sentirne la voce

a voi
nutriti dal mio seno
come del battito del mio cuore

a voi
che riconoscete il mio odore
come il sale delle mie lacrime

a voi
figli
della mia stessa vita

a voi
nati nel sogno
cullati nel mio grembo